POST

mercoledì 23 maggio 2018

RELITTO EVDOKIA II

Relitto Evdokia II

A noi piace chiamarlo il “nostro relitto”, anche se non è così ovviamente.  La verità è che è una delle immersioni più belle del nostro mare,  inteso quello antistante a Chioggia e senza nulla togliere alle altre immersioni.
L’affondamento  1991  fu causato da una collisione con un mercantile,la nave  colò a picco adagiandosi sul fondo in assetto di navigazione, anche se il danno provocato dalla collisione era solo su uno dei lati.
Una nave di 90 metri,possente, le sue sovrastrutture furono tagliate perché disturbavano la navigazione. Sul fondale il profondimetro segna -26 metri e il punto superiore arrivava a -6, contro i -16 attuali.
Dall’affondamento ad oggi è stata depredata di tutto quello che si poteva asportare, i tagli della parte superiore l’hanno abbassata, i pescatori riempita di reti,  ma la nostra nave merita sempre una visita.


Lo squarcio ora è diventato il taglio netto della nave, ormai è in due tronconi vicini, lo si può agevolmente attraversare e osservando la sezione dei vari tubi che percorrevano la nave da poppa a prua, si scorgono alcuni gronghi che di quei tubi si sono fatti la tana.
Seguendo la spaccatura verso il fondo, si arriva in un passaggio sotto tutta la nave, lì ci sono alcuni punti raggiungibili meno facilmente di questo relitto.





Essendo poco battuto, lascia alla natura il tempo di creare le sue fantasiose e sempre uniche meraviglie. Affrontare il passaggio è possibile, con attenzione! Alcuni anni fa era molto stretto, ci si passava a malapena,  ora è molto ampio e le lamiere disgiunte creano un apertura superiore dalla quale, sempre con attenzione, si può risalire in quasi tutti i punti.
Proseguendo verso poppa, si possono vedere le varie lamiere inclinate e disordinate che si dirigono verso l’esterno, pezzi di quelle parti tagliate e fatte scivolare verso il fondo circostante. Non si riconosce più nulla, solo un mucchio di lamiere. Passato questo, si arriva sul timone,ma lì vale la pena salire in coperta e osservare tra gli argani e botole a scorgere la molteplicità di vita che ha preso il sopravvento su tutta la nave.





Dietro il castello di comando, una porticina che dà ad una scaletta che va verso giù, passaggio stretto, sagolato con una cimetta bianca fissata da elastici (ricordo che serve per dare una direzione e non un supporto per spostarsi)  seguendola si arriva alle cabine, per uscire all’altro lato sui camminamenti sopra la stiva di poppa. Si esce tra due colonne di ferro, subito a destra una botola che dà verso il basso.




La scaletta è caduta, ma a noi non serve,  si scende e si arriva in magazzino e in sala macchine, non c’è molto spazio, ma con calma ci si arriva. Guardando verso su si nota la luce creata dal famoso taglio delle parti superiori, dunque visitata la parte sotto si risale in verticale notando le varie porte che conducono nei vari reparti del castello. Una è ancora funzionante… Occhio.
Uscendo sopra il castello si può scendere su uno dei lati, seguire i camminamenti e alla rientranza intrufolarsi nella sala comando, attraversandola e uscendo dal lato opposto.




Ora verso prua, rimanendo in assetto sopra le passerelle attorno le stive, si ripassa sopra la spaccatura e arrivando a una scaletta troviamo gli argani e altre strutture perfettamente ricoperte di vita.
Da questo punto si può tornare verso poppa nuotando un po’ di metri sopra, in modo di vederla il più possibile intera, se la visibilità lo permette è uno spettacolo.





Per rendersi conto, più o meno, di come è fatta la nave, si può osservare la sua gemella a Chioggia. Gemella per modo di dire, ma molto simile.




Dopo l’affondamento dell’Evdokia II, la ditta armatrice ebbe non pochi problemi economici. Lasciò l’Evdokia primo alla fonda di fronte a Chioggia, fino a che la nave fu portata in secca all’interno della laguna. Lì si trova tutt’ora, un po’ più piccola della sorella affondata, presenta delle differenze sul castello di poppa,  sulle porte e la sua altezza.  Del tutto similare è la struttura della nave nel suo complesso. Le stive centrali e la grossa gru in centro della nave, la linea dello scafo.
L’immersione descritta così è abbastanza tosta, richiede un equipaggiamento un po’ adeguato, per chi non lo possiede si può spezzare in tre parti il percorso in modo da renderlo accessibile con un A.R.A. comune.  Presso il nostro gruppo potrete trovare sia le attrezzature, che le guide con la dovuta preparazione per condurvi in questa, come in altre, bellissime immersioni magari anche quelle non segnate.

Acquelibere  Diving  Club organizza viaggi di vario genere,tra cui quelli con lo scopo di visitare relitti più o meno famosi,  reef sperduti lontano dalla costa, o pareti con caratteristiche tali da renderle uniche. Alla ricerca di luoghi più incontaminati possibile in modo da vedere la forza della vita marina nella sua interezza e integrità.

Testo: Michele Favaron
Foto: Michele Favaron

Per informazioni su viaggi, immersioni e corsi contattare Acqueliberesub via Unità d'Italia 7, 35010 Limena (PD)

cell. +39 3357808755
mail.  acqueliberepd@gmail.com
sito. Acquelibere sub
blog. Blog Ufficiale













Nessun commento:

Posta un commento